40 anni di Beaubourg

Beaubourg :

Quando si va a fare un viaggetto a Parigi si ha sempre in testa di vedere una serie di musei. Non sempre si riesce a visitare tutto quello che ci si era prefissato, ma un salto al Centre Pompidou è imprescindibile.

Chiamato anche “Beaubourg” in onore del suo indirizzo, Rue Beaubourg 19, quest’anno compie quarant’anni, inaugurato il 31 gennaio 1977, il progetto architettonico è italiano grazie alla firma degli architetti Renzo Piano e Richard Rogers (anche lui nato in Italia ma naturalizzato inglese).

Il Beaubourg è edificio modernissimo tutto acciaio, vetri e tubature tipiche della progettazione industriale, ma rivisitate in colori accesi come verde, giallo, rosso, blu, che lo rendono immediatamente riconoscibile. Per non parlare del tubo rosso esterno che fa da copertura alle scale mobili che bisogna percorrere per accedere all’entrata. Ospita fra i sei e i sette milioni di visitatori all’anno all’interno dei suoi dieci piani dedicati alla contemporaneità, non solo artistica, grazie alle mostre permanenti e non, le due sale da cinema, lo spazio per le perfomance e la biblioteca immensa del primo piano, in cui sono catalogati più o meno 400 mila fra libri e riviste. Le collezioni permanenti più grandi al mondo sono collocate tra il quinto e il sesto piano, esposte a rotazione fra quella moderna con migliaia di opere da Picasso a Mirò, quella contemporanea da Bacon a Dufy e quella dedica alla fotografia con 60 mila negativi disponibili.

Il Centre Pompidou viene progettato ed inaugurato in anni di contestazione come sono stati gli Anni Settanta, Piano e Rogers vengono accusati di aver creato un “supermercato della cultura”, snaturando la vecchia idea di museo e di aver rovinato un quartiere storico di Parigi come Halles. Invece questi due visionari volevano costruire un luogo di aggregazione di persone e di interessi diversi, in cui arti diverse potevano coesistere l’una accanto all’altra per rispondere alla richiesta di un cambiamento culturale che da anni premeva alla porta << Quando ho costruito Beaubourg insieme a Rogers non volevamo modificare il destino dei musei, ma abbiamo materializzato un cambiamento epocale interpretando l’avanzare delle novità, sulla spinta del maggio sessantottino >>.

Da quel progetto avrà inizio la carriera dell’archistar (termine che lui odia) Renzo Piano, dal suo studio di Punta Nave sulla costa a occidente di Genova, tra Voltri e Vesima, di edifici innovativi sparsi in tutto il mondo. Delle sue creazioni ne parla così << … spazi che non celebrano il narcisismo, la ricchezza, l’egoismo, ma lo stare assieme, la condivisione. L’architettura diventa arte nonostante abbia una funzione pratica. … L’idea di bellezza, convivialità è antica quanto il mondo, l’architettura è al tempo stesso un’arte che risponde ai bisogni e ai desideri >>. Fra i tanti progetti in cantiere, entro quest’anno saranno inaugurati il Centro Culturale Botin a Santander in Spagna, il nuovo Palazzo di Giustizia di Parigi e il Museo Istanbul Modern, con una vista mozzafiato sul Bosforo. Come se non bastasse, Renzo Piano e il suo RP Building Workshop sono impegnati fino all’inaugurazione nel 2019 a Mosca con la trasformazione di una enorme centrale elettrica nella V-A-C Foundation, un nuovo centro multidisciplinare per le arti che << assumerà la veste di una cattedrale di luce >> e sarà circondata da un bosco di betulle portate nella capitale direttamente dalla Siberia.


Lascia un commento