Baustelle, l’amore e la violenza

Baustelle, ben tornati

Gennaio è il mese in cui è ritornata con un nuovo album fortissimo la band di Montepulciano, i Baustelle, composta da Francesco Bianconi, Rachele Bastreghi e Claudio Brasini. Noi non vedevamo l’ora, c’era molta aspettativa dopo l’ultimo album un po’ sperimentale “Fantasma”, non siamo rimasti per niente delusi ed è uno dei dischi che mettiamo di più quando andiamo in giro in macchina. “L’amore e la violenza” è un disco di conferma del loro amore verso la musica italiana e il pop Anni 60, una vera festa per le orecchie grazie al loro ben conosciuto eclettismo musicale che va dall’elettronica, al pop d’autore italiano, alla new wave. Questa volta troneggia l’influenza di Franco Battiato, si sente tantissimo nei nostri singoli preferiti, “Amanda Lear” (che ha anticipato il disco), “Il Vangelo di Giovanni” e la super “L’era dell’acquario” .

Marco Villa di Rockit ne parla così << “L’amore e la violenza” parte dai profughi siriani e finisce nel sogno sixties del ritorno dell’Era dell’Acquario, in un continuo cortocircuito di epoche e rimandi, in cui i Pulp si incrociano con gli Abba e un pop elettronico leggerissimo quasi si sovrappone a una coda prog. Il giochino di andare a riconoscere tutte le citazioni può essere divertente, ma anche fine a se stesso, perché dopo quasi vent’anni di carriera è giusto riconoscere al trio Bastreghi-Bianconi-Brasini un proprio stile. Si può citare Battiato e Jarvis Cocker, ma la cosa giusta da dire è che questo è al 100% un disco dei Baustelle. >>

E’ un disco giocato sui contrasti, definito “oscenamente pop”, un continuo saliscendi fra “amore e violenza”, leggerezza e impegno, felicità e paura. Il tema principe è la guerra, come spiega Bianconi in un’ intervista al quotidiano Repubblica in occasione dell’uscita del nuovo lavoro << Amore e guerra. “Amore e guerra” se non sbaglio è il titolo – in italiano – di un film di Woody Allen. Queste due parole mi giravano per la testa: l’amore è la guerra. L’amore e la violenza: due parole che dicono così tanto da non dire quasi nulla. Mi piacciono le espressioni universali. L’amore ha in sé la violenza, no? Descrive bene una raccolta di canzoni che racconta sentimenti intimi ma che si trova a vivere in uno contesto sempre più violento a cui, da tempo, non era abituata. Il nostro piccolo mondo quotidiano adesso è permeato da un senso di paura. Nessuno è innocente. Paghiamo il nostro controllo del mondo, il vivere tutto sommato decentemente sulle spalle di altri, ci dibattiamo tra senso di colpa, rabbia e timore. >>

Il loro “pop intellettuale” sposa delle melodie ballabili a tante citazioni sfiziose che accomunano tutti i dischi fatti in passato come Luciano Bianciardi (in Un romantico a Milano”), Conrad in Cuore di tenebra”, nel successivo Amen” Baudelaire, nel brano omonimo, e Maurizio Cattelan insieme ai Ramones in Charlie fa surf”. Francesco Bianconi è un paroliere e compositore raffinato e unico, che in passato ha scritto per Irene Grandi, Paola Turci, Anna Oxa, richiestissimo perché i suoi testi sono profondamente personali e portano la sua firma in modo marcato come in “Bruci la città” cantata da Irene Grandi, si capisce subito chi l’ha scritta.

Ne hanno fatta di strada dall’esordio del 2000 con “Sussidiario illustrato della giovinezza”, la loro è una melodia ricercata e completa, in cui ogni album diventa parte di una storia elaborata ma straordinariamente leggera. A tutti è capitato di annoiarsi ascoltando un intero disco, ma con i Baustelle non è possibile, sono divertenti e profondi con due voci (Bianconi e Bastreghi) che insieme fanno una coppia vintage e intensa.

Vi suggeriamo di fare un bell’ascolto globale di tutta la loro produzione e di andarli a vedere nel tour che è già mezzo sold out vicino a noi, però hanno aggiunto una nuova data a Milano il 4 aprile al Teatro degli Arcimboldi e una a Reggio Emilia l’8 aprile al Lime Theatre. Per tutte le info www.baustelle.it e www.ticketone.it

Lascia un commento