Entriamo di diritto in pieno autunno con il mese di ottobre e le sale cinematografiche si riempiono (si spera) e escono due bombe che (si ri-spera) mantengano ciò che hanno promesso in termini di distribuzione e pubblicità. Sono due novità ma tanto novità alla fine non sono, “Blade Runner 2049” e “It” in uscita rispettivamente il 5 e XX di ottobre.
Torna la Los Angeles fantascientifica, malata e dark di Blade Runner, in un sequel che, fino alla conferma definitiva dell’inizio delle riprese, nessuno si aspettava. Non è più quella di inizi anni Ottanta con la regia di Ridley Scott che passa il testimone (e la patata bollente) a Denis Villeneuve che ha anticipato così << Fumo, melanconia, temi profondi, una colonna sonora che si avvale degli stessi strumenti di Vangelis >>.
L’agente K della polizia di Los Angeles Ryan Gosling (per un attimo dimentichiamoci di lui che tip-tappeggia nel simpatico mondo di La La Land) scopre un segreto che potrebbe minare le sorti dell’intera società, gettandola nel caos. Eccolo alla ricerca di Deckard (Harrison Ford) , ex blade runner, scomparso da più di trent’anni. C’è ancora Deckard-Ford, ma al centro della storia stavolta c’è il bel Gosling, Jared Leto è il creatore di replicanti Neander Wallace e Robin Wright è il tenente Joshi. Dello storico Blade Runner pochi ricordano i dettagli della trama, a generare il mito furono le scenografie cyberpunk e l’atmosfera di disillusione e di pessimismo tipica del noir, innalzata qui all’ennesima potenza.
La frase “Vuoi un palloncino?” è stata l’incubo per più generazioni che, non solo hanno letto il libro, ma che ad inizio anni Novanta hanno visto il film con una mano sugli occhi al cinema o con una coperta sulla testa davanti alla tv. Stiamo parlando del ritorno di “It”, film tratto dal libro super-best-seller di Stephen King, con al centro il paurosissimo pagliaccio Pennywise e le vicende di un gruppo di ragazzini uniti dall’amicizia, la solidarietà, il trovarsi di fronte all’orrore facendosi forza, in un periodo dell’esistenza in cui tutto sembra essere ostile, dai genitori agli insegnanti e solo nell’amicizia si può trovare la forza di resistere alle avversità.
In questo caso non è un sequel ma un vero e proprio rifacimento del film originale del 1992, la paura è la stessa, forse a causa degli effetti speciali, il pagliaccio è un po’ meno psicopatico, non lo consigliamo a chi ha paura del buio.