Cheryl Strayed – Wild al femminile

Wild Experience

Vi ricordate la storia di Chris McCandless, raccontata in un bellissimo libro del 2008 “Into the wild” del saggista Jon Krakauer? Era la storia di questo ragazzo che, finiti gli studi e donato tutto quello che possedeva in beneficenza, decide di partire per il viaggio della vita in solitaria per l’Alaska.

Cheryl Strayed potrebbe essere vista come la sua versione femminile. Giovane anche lei nel 1995, a 26 anni la sua vita le sembra insostenibile, la madre è appena morta, il suo matrimonio è ai minimi termini, l’infelicità l’ha portata a diventare dipendente dall’eroina e il proprio disordine interiore la sta sommergendo. I giorni passano, una mattina entra in un negozio per comprare una pala e su uno scaffale vede una guida del Pacific Crest Trail, un percorso lungo 4260 km con partenza il confine fra Messico e California e termina in Canada. E’ definito un cammino leggendario, suggerito a chi vuole dare una svolta alla propria esistenza, duro per chi è appassionato di trekking, durissimo per un principiante. Cheryl ha bisogno di solitudine, decide di partire senza pensarci troppo. Da qui inizia la storia del suo viaggio fisico e mentale in cui il dolore del camminare costantemente e con ostinazione con i piedi che man mano non sente neanche più e il peso dello zaino che le taglia le spalle e che nei momenti più bui chiama “Mostro” si uniscono alla sua storia personale. I chilometri aumentano sempre più a fronte della sua perenne fame, ne percorrerà più di 1600, dal deserto del Mojave al Ponte degli Dei in Oregon.

La natura è sovrana, nemica-amica durante il viaggio, una ragazza sola e provata che affronta le sue paure per esorcizzarle, avrà a che fare con animali selvatici pericolosi come orsi, coyote e serpenti e dovrà fare i conti anche con incontri umani non meno pericolosi.

Il punto focale non è nè la partenza ne l’arrivo, ma il viaggio in sé come esperienza di cambiamento e la sua continua ricerca “dell’oltre”, cioè il superamento delle proprie dipendenze e dei dolori che le soffocano l’anima << Ed è che comunque bisogna continuare ad avanzare, anche se tutto quello che puoi fare è un passo. Per questo ho dovuto imparare ad andare oltre il mio dolore e le perdite che ho avuto. Ho dovuto trovare il modo di andare avanti. Camminare mi ha insegnato a “cercare” attraverso il passo. Da allora so che andare avanti è un atto semplice e potente. Molto potente >>. Ogni mattina metteva in atto una specie di cerimonia in cui bruciava le pagine del libro che aveva letto la sera prima, un gesto sacro che univa la praticità (i libri con meno pagine pesavano meno) e il fatto di sentirsi liberata da un altro pezzo di passato nella sua zavorra personale.

Decide di scrivere il diario del suo viaggio soltanto tredici anni dopo la fine della sua avventura quando, finalmente, è stata in grado di comprendere meglio cosa le era capitato, vedere il vero significato dell’esperienza vissuta e il risultato della trasformazione che l’ha portata ad essere l’adulta che è oggi.

Il suo libro si intitola “Wild. Una storia selvaggia di avventura e rinascita” edito da Piemme e ne è stato tratto un film omonimo nel 2014 con protagonista Reese Witherspoon, le consigliamo entrambi.

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