Chi è zero calcare?
Zerocalcare, nome d’arte di Michele Rech, nato nel 1983 ad Arezzo ma romano doc, è uno dei più promettenti talenti del fumetto italiano. Anzi, pensandoci bene, Zerocalcare non è promettente per niente, è già un bravissimo vignettista, scrittore di graphic novel, una penna fantasiosa e autoironica in grado di raccontare la più stretta attualità con l’aiuto della sua arte che unisce la parola al disegno. Non succede spesso che le pubblicazioni di un autore di fumetti diventino libri cult, vendutissimi e presenti nelle classifiche dei libri più venduti. Questo è il caso di Zerocalcare che, grazie alla sua bravura e alla sua personalità fuori dal comune, affronta tematiche diverse, dal racconto personale a quello di viaggio, all’attualità uscendo dal mondo canonico e un po’ nerd del fumettista. In più fa morire dal ridere, fate un salto sul suo blog per farvi un’idea, noi lo adoriamo. Si definisce uno “’straight edge”, non beve, non fuma e non prende nessun cibo che dia dipendenza, neanche il caffè. Abita nel quartiere romano di Rebibbia, a cui ha dedicato un murales che si può vedere appena usciti dalla metropolitana, raffigura un mammuth con la scritta “Welcome to Rebibbia. Fettuccia di paradiso stretta tra la Tiburtina e la Nomentana, terra di Mammuth, tute acetate, corpi reclusi e cuori grandi. Qui ci manca tutto, non ci serve niente “.
Nel 2011 apre un blog di fumetti in cui, tramite le sue strisce, esprime quello che gli passa per la testa. Ma se ne occupa solo quando ha tempo e non deve girare tutta Italia in treno per prendere parte alle presentazioni dei suoi libri…andate sul blog per credere…E sempre in quell’anno viene pubblicato il suo primo albo a fumetti “La Profezia dell’armadillo” (sotto la casa editrice Bao Publishing che pubblicherà – fino ad adesso – tutte le sue opere), in cui racconta fatti autobiografici entrando a far parte del mondo delle “graphic novel” che vorrebbe significare qualcosa di più del fumetto, una vera e propria narrazione aiutata dal disegno. Infatti i suoi lavori verranno considerati all’altezza dei libri “normali” anche grazie alle conferme ricevute con vari premi importanti, fra cui “Libro dell’Anno 2014” per la trasmissione culturale “Fahrenheit” di Radio 3 e il “Premio Strega Giovani 2015” per il libro “Dimentica il mio nome”.
Da vignettista a scrittore, si occupa anche di reportage per il settimanale “L’internazionale”. Sempre in forma grafica e divise in puntate, racconta parti dei viaggi fatti in prima persona al confine tra la Turchia e la Siria vicino alla città assediata di Kobane, tra i difensori curdi del Rojava, opposti alle forze dello Stato Islamico. L’anno scorso sono state messe insieme tutte le puntate ed è venuto fuori “Kobane Calling” che è il libro che sta portando in giro adesso e che lo ha tenuto così occupato.
In attesa dell’uscita di un nuovo libro chiediamo solo che…passi a Piacenza.
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