Spesso quando un’opera d’arte vince un premio come un film o un libro si ha tante aspettative e, in genere, si viene delusi, poteva essere una bomba ma alla fine era solo un mini petardo. Per quanto riguarda i Premi Nobel l’unico in cui ci capiamo qualcosa è quello della letteratura che è andata a Kazuo Ishiguro, scrittore giapponese naturalizzato inglese che ha superato ancora una volta l’eterno secondo posto di un altro scrittore giapponese, Haruki Murakami, che sono anni che è nelle postazioni più alte nel toto-nomi dei papabili vincitori del premio.
Anche quest’anno gli è andata male, chissà quando un altro scrittore di origine nipponica riceverà di nuovo questa onoreficenza. Sotto un diluvio di polemiche l’anno scorso aveva vinto Bob Dylan, quest’anno si è voluto puntare su un autore di romanzi colto e un po’ fuori dal giro dei grandi best seller patinati, Ishiguro ha 62 anni, vive in Inghilterra da quando ne aveva sei ed è considerato tra gli scrittori che, pur non essendo di madrelingua inglese, hanno rinnovato la letteratura britannica.
Si è detto che dopo un anno movimentato come quello appena passato si è voluto tornare ad uno scrittore più classico tramite uno stile preciso e mai eccessivo, personaggi umanissimi e temi fondamentali come il tempo e la memoria.
Anche se la maggior parte della sua vita l’ha passata in Inghilterra, la sua narrativa è strettamente legata al Giappone, non è casuale se la motivazione della scelta della giuria è caduta su di lui << per avere rivelato l’abisso al di sotto del nostro senso illusorio di connessione col mondo, in romanzi di grande forza emotiva >>, i suoi romanzi hanno la scrittura moderna di un talento europeo ma l’anima intensa e profonda dell’Oriente.
Ishiguro da scrittore di nicchia arriva al grande pubblico nel 1993 grazie al film “Quel che resta del giorno” diretto da James Ivory e come protagonisti gli immensi Anthony Hopkins ed Emma Thompson, tratto dal suo romanzo omonimo pubblicato quattro anni prima, il libro è un bestseller assoluto stravenduto ancora adesso. Non sarà l’unica volta che il cinema chiama Ishiguro, nel 2010 Mark Romanek porterà in sala “Non lasciarmi” tratto dal romanzo del 2006.
Vi consigliamo di leggervi tutti i suoi libri editi interamente con Einaudi, oltre i due che abbiamo già citato, aggiungiamo la racconta di racconti “Notturni. Cinque storie di musica e crepuscolo”, una lettura adattissima per prepararsi al cambio dell’ora e all’arrivo della stagione fredda.