Se siete incuriositi dal magico e misterioso mondo egiziano con i suoi faraoni e le sue piramidi e vi ha sempre stuzzicato l’idea di fare un salto al più famoso dei musei ad esso dedicato, il Museo Egizio di Torino, ma siete sempre stati incredibilmente pigri, quest’anno a Milano i grattacieli diventano piramidi. Due mostre in contemporanea sono dedicate a due aspetti diversi dell’Egitto archeologico, aprendo nuovi scenari agli appassionati di una vita e a quelli che ne approfittano coinvolti da amici o parenti o dalla comodità di Milano.
La prima è organizzata presso il Museo Civico Archeologico, inaugurata nel bel mezzo del periodo estivo e aperta fino al 15 dicembre, si intitola “Milano in Egitto. Gli scavi di Achille Vogliano nel Fayum”, composta da opere provenienti da Tebtynis e Medînet Mâdi (Egitto), due importanti località indagate dal papirologo milanese negli anni Trenta del Novecento. Una mostra organizzata anche per celebrare Vogliano che fu Professore dell’Università degli Studi di Milano, molto amato dalla città che l’aveva adottato (era nato a Firenze nel 1881) tanto da intitolare a suo nome il Centro Papirologico universitario.
Lo scavo di Tebtynis ha restituito reperti della vita quotidiana del villaggio di epoca greco-romana, da utensili a oggetti di uso comune, e, soprattutto, numerosi papiri mentre Medinet Madi ha portato alla luce un tempio dedicato alla dea-cobra Renenutet e al dio-coccodrillo Sobek. Da farci un pensierino, tutte le informazioni su www.museoarcheologicomilano.it
La seconda è appena iniziata e chiuderà nell’anno nuovo, il 7 gennaio. Sarà al MUDEC e si intitola “Egitto – La straordinaria scoperta del Faraone Amenofi II” incentrata sulla figura del Faraone Amenofi II, vissuto tra il 1427 e il 1401 a.C., i preziosi reparti che compongono l’esposizione saranno presentati attraverso una ricostruzione in scala 1:1 della sala a pilastri della sua tomba.
Un’esperienza molto particolare che accompagnerà il pubblico invitandolo ad entrare, attraverso un percorso digitale a tema storico-culturale, nel mondo delle credenze funerarie e la mummificazione e nella camera funeraria per ammirare i tesori che accompagnavano il faraone nel suo viaggio verso l’Aldilà. L’archeologo Loret portò alla luce non solo la mummia del faraone, ma anche quelle di alcuni celebri sovrani del Nuovo Regno, che erano state nascoste all’interno di una delle quattro stanze annesse alla camera funeraria, con lo scopo di sottrarle ai profanatori di tombe. La multimedialità farà da padrona, andare per credere, noi vi abbiamo avvisato. Per info www.mudec.it