Aspettando il concerto più vicino
Dopo tre anni dall’ultimo suo lavoro, è tornato il cantautore romano Alessandro Mannarino con “Apriti cielo”, anticipato dal singolo omonimo, che ha spopolato su Spotify raggiungendo il primo posto in classifica.
Sempre attaccato alle sue origini romanesche, non si avvicina al pop o al rock ma è molto influenzato dal folk che lo guida in un percorso che parte dalla sua città, Roma (“Roma” è anche il titolo della prima traccia incisa) e arriva nel luogo dove si è innamorato, il Brasile. Conosciuto grazie a due musicisti che facevano parte della sua prima band, è appassionato di tutta la musica brasiliana, ma in particolare non sa resistere a Gilberto Gil e Chico Buarque. Buarque l’ha portato a cambiare il proprio modo di scrittura, diventando meno diretto, più simbolico e allegorico, che ricorda le poesie e i racconti sudamericani, in cui la tristezza e la felicità vanno a braccetto insieme.
Il folk, secondo Mannarino, è un genere che viene dimenticato per imitare il sound americano e il suo modo per rispondere lo descrive bene Mattia Marzi di Rockol: << La sua risposta a questa tendenza è un disco che per certi versi va in altre direzioni: che guarda sì all’America, ma non a quella del Nord, all’America dei grattacieli, al pop e alla dance, quanto piuttosto all’America del Sud, quella delle favelas brasiliane e dei locali cubani, della salsa, della samba e della bossa nova. >> Se si parla si Sudamerica non può mancare l’importanza del ritmo che hanno la miglior espressione nelle canzoni “Arca di Noè” (scelto come secondo singolo), “Vivo” e “Babalù” grazie ai tamburi tribali, alle trombe e ai ritmi samba. Il video di “Arca di Noè”, con ballerini di latino, atmosfere sudamericane e il ritornello cantato in portoghese.
Ma dopo il viaggio in paesi lontani, Mannarino sente l’esigenza di tornare alle sue radici romanesche, con i ponti, Trastevere, le osterie. Roma è una presenza costatante che sembra non volerlo lasciare ma, al contrario, è proprio che lui non vuole abbandonarla.
Il titolo “Apriti cielo” è stato scelto per la sua duplicità, può essere inteso come un’esortazione o un’esclamazione e sottolinea la doppia natura di una società piena di vizi ma sempre guardata con occhio positivo <<Con “Apriti Cielo” volevo dire anche questo: basta lamentarsi contro i cattivi, contro il potere, basta con questa rabbia sociale, è arrivato il momento di trovare i colori. Solo i colori possono darti la certezza che la vita va ben oltre quella che ti è stata prospettata e che quindi non devi fermarti di fronte alla bruttezza.
Mannarino ha già in programma diverse date in giro per l’Italia, di cui molte già sold-out, ne ha aggiunte per la felicità dei fans, per noi le date più comode sono ad aprile, il 4 al Fabrique di Milano e il 12 all’Estragon di Bologna. Per aggiornamenti www.alessandromannarino.it