Impossibile non aver visto la splendida inaugurazione del Palazzo Mondadori a Segrate (MI) festeggiata il 21 giugno scorso. I giornali e telegiornali ne hanno parlato per la bellezza del nuovo restauro permanente dell’illuminazione esterna curata e ideata dal maestro delle luci Mario Nanni. E’ chiamato restauro permanente perché le luci si accenderanno al tramonto tutti i giorni (non solo la sera della nuova inaugurazione!), trasformando il palazzo in un’enorme tela sulla quale la luce interpreta il passare del tempo, offrendo una nuova visione della sua architettura nelle ore notturne.
Le immagini lasciano a bocca aperta, il Palazzo Mondadori si veste a festa per i 110 anni del Gruppo Mondadori, le luci con i loro riflessi fanno dimenticare qualsiasi palazzo sullo sfondo e lo fanno diventare vera opera d’arte, spartiacque fra bellezze diverse, architettoniche, artistiche e culturali.
La mente ideatrice del palazzo è l’architetto brasiliano Oscar Niemeyer, che inaugurò l’edificio nel 1975. Morto in età molto avanzata, a 104 anni, nel 2012, l’architetto diventò famoso a livello internazionale con la progettazione del quartier generale delle Nazioni Unite a New York e la monumentale costruzione di Brasilia, nuova capitale del Brasile, tra gli anni Quaranta e gli anni Cinquanta.
Per il Palazzo Mondadori << Il progetto della nuova sede è una sorta di “architettura pubblicitaria”, un edificio che non ha bisogno di insegne e capace di imprimersi nella memoria. >> e << L’architetto brasiliano inseguiva da tempo l’idea di un’opera architettonica innovativa, non solo per le strutture e le forme, ma anche per il modo di viverla: voleva realizzare uno spazio aperto in cui le persone potessero comunicare e operare in armonia >>.
Verso il 1965 Arnoldo e Giorgio Mondadori decidono di costruire un nuovo edificio per uffici e redazioni. Giorgio Mondadori è folgorato da un edificio visto durante un viaggio in Sudamerica: “Itamaraty”, il ministero degli Affari esteri di Brasilia, sempre realizzato da Niemeyer, così l’ideazione del nuovo progetto della sede della notissima casa editrice viene affidato all’architetto brasiliano.
Se si guardano le vecchie foto in bianco e nero scattate negli anni Settanta si resta veramente colpiti. Un’opera d’arte in mezzo alla campagna, non in pieno centro di una capitale europea, dalle linee moderne e originali con altissime colonne che si specchiano nell’acqua di una fontana grande come una piscina olimpionica. Un progetto futuristico che però fa sentire con forza la sua origine sudamericana, spicca alto a dispetto della pianura lombarda che lo ospita, lo si può vedere già dalla tangenziale, dall’Idroscalo e dall’aeroporto di Linate.