Valorizzazione urbana e Street Art
Notizia fresca di qualche giorno è l’accelerazione decisa, da parte della Regione Puglia, in merito all’ultizzo i fondi per la riqualificazione di aree degradate e peroferiche attraverso un nuovo modello: l’uso della Stree Art.
Ne siamo contenti? Molto! La Street Art è quindi oggetto della nuova legge “Disposizioni per la valorizzazione, promozione e diffusione della street art”, unica nel suo genere in Italia, che dà valore a questo tipo di arte. Ora, non volendo entrare nella sterile polemica legata alle “priorità di una regione”, la strada puùò essere quella giusta.
In tutto il mondo, grandi metropoli e piccoli centri urbani hanno, già da tempo, iniziato con progetti simili al fine di riqualificare e innovare interi quartieri o piccole case e i risultati sono stati molto positivi. Prima di tutto l’arte di strada ha il valore aggiunto di avere sicuramente una visione tutta moderna di tematiche, le stesse che ha in testa il loro creatore, quindi, a differenza di altre proposte, sempre “un passo più avanti”. Secondo, l’idea di sottolineare una tematica grazie ad un lavoro artistico è talmente efficiente che potrebbe anche avere un riscontro di economia circolare per lo stesso quartiere e per le persone del posto, visto e considerato che in molti casi l’arte di strada ha suscitato yn interesse talmente forte da creare addirittura tour guidati, eventi collaterali ed eventi annuali (a differenza di molte strutture museali dette “classiche”).
Il progetto pugliese rientra nell’ampio programma Sthar Lab, approvato dalla Giunta nel dicembre scorso e finalizzato al recupero di beni e luoghi culturali appartenenti ad amministrazioni pubbliche attraverso laboratori di fruizione suddivisi tra street art, teatri storici e habitat rupestri in grado di attivare percorsi culturali di relazione pubblica e collettiva.
Passaggio obbligato è quello di chiedersi se non sia il caso di inizare anche noi, qui a Piacenza, una vera e potente riflessione su proposte artistiche che escano anche dal sistema classico a cui siamo abituati o che quantomeno non vengano più viste come meri “murales”, ma più come forme d’arte per il pubblico di domani.